Come sempre un caro saluto a tutti i lettori. In questo mensile ci immergiamo all’interno dei “bisogni” e di come essi, connessi alle sensazioni, diventino cosi tanto rilevanti per l’essere umano.

Analisi

Potremmo vedere i bisogni come una bussola per la nostra vita. Questa metafora può farci capire ed assimilarne meglio la loro importanza. Dedico un breve inciso in merito alla distinzione tra il capire e l’assimilare. Il capire è la prima parte di un processo d’apprendimento, un qualcosa di molto schematico e razionale. L’assimilazione è il momento in cui quel capire diventa automatico, fluido ed integrato nel tutto. Esso ne da forma e senso.

Stare in contatto con i propri bisogni ci permette di creare “i nostri obiettivi” sviandoci dal realizzare nella propria vita i bisogni altrui. Queste poche righe ne evidenziano l’utilità per permetterci di stare quanto più possibile in contatto con essi.
Dove possiamo vedere la connessione tra bisogni e sensazioni? Basilarmente la possiamo ritrovare focalizzando che ad una sensazione vi sia connesso sempre uno specifico bisogno. Partiamo proprio dalle sensazioni e vediamo brevemente come siano. Esse sono i primi segnali che noi riceviamo dal corpo in merito al suo funzionamento. Nella sensazione ritroviamo ogni stato di coscienza in quanto prodotto da uno stimolo esterno o interno al soggetto; sensazione tattile, visiva, sonora, sensazione di piacere o di dolore. Proprio sulla base delle nostre sensazioni creiamo i nostri bisogni (in linea teorica). Evidenzio “in linea teorica”, in quanto il processo diretto che va dalle sensazioni ai bisogni, può essere facilmente ostacolato.

Le sensazioni, è vero che sono il primo segnale che noi riceviamo dal nostro corpo, ma è altrettanto vero che il loro ascolto debba essere coltivato e mantenuto nel corso del tempo, ed in aggiunta portato avanti in modo quanto più fedele possibile. Questo lavoro avviene sin dalla prima infanzia all’interno del nostro ambiente di vita. In esso apprendiamo l’importanza di rivolgere verso noi stessi, quel pizzico d’attenzione che andrà a canalizzarsi proprio nelle sensazioni. Chiaro è che non sempre la favola ha uno lieto fine. Quando questo non succede, la persona incomincia un processo disabituante verso l’ascolto delle proprie sensazioni, non percependo più la fonte del proprio sentire. La mancanza di questo genera una calo qualitativo nella creazione e strutturazione dei propri bisogni. Le persone che non riescono a focalizzare cosa vogliano, sempre confuse e indecise, possono rappresentare ciò che avviene quando abbiamo una disconnessione con il nostro sentire, rendendo difficoltosa la differenziazione dai bisogni di un altra persona. Questo concetto evidenzia come, un consiglio dato ad una persona, abbia l’effetto collaterale di portare avanti un bisogno non propriamente suo, bensì nostro.

L’educazione e l’ambiente di crescita, intervengono per modellare ciò che sentiamo e abbiamo bisogno di fare. Essi non sono sempre in linea con i nostri bisogni, bensì seguono regole e convenzioni sociali che, spesso e volentieri, dobbiamo seguire in modo troppo accentuato. Se questo avviene, ne andrà di mezzo lo stare in contatto con sensazioni e bisogni personali. La nostra spontaneità pian piano andrà persa. Aumenterà una certa forma di malessere e non centratura con se stessi. Avere in mente questo aspetto, mette in evidenza un importante punto sul quale poter lavorare quotidianamente nel nostro modo di vivere, ossia, restare sempre più in contatto con le nostre sensazioni, e da esse modellare i nostri schemi mentali acquisiti affinché diventino per noi sempre più comodi.

Conclusione

Sensazioni e bisogni!
Abbiamo ottimamente dentro di noi tutto ciò di cui necessitiamo per mettere in moto il nostro agire e renderlo quanto più possibile sano nella nostra vita.
Incominciamo a dedicare differenti momenti della giornata per chiederci quali sensazioni esistano dentro di noi. Chiediamoci di cosa abbiamo bisogno sulla base di esse, affinché questi due livelli possano connettersi sempre più.
Osserviamo attentamente quando, e se i nostri bisogni vengono modellati e modificati eccessivamente da quelli che possono essere i nostri o altrui schemi disfunzionali, e conseguentemente evitiamo che ciò accada.
Lavorare metodicamente e con una modalità direi quanto più possibile ludica su tutto ciò, non può che generare maggiore armonia con voi stessi e nei differenti contesti relazionali.