Disturbi trattati

Disturbi in età adulta

L’ampio funzionamento mentale crea una moltitudine di dinamiche che vanno a generare specifici funzionamenti e differenti profili di personalità.

Nonostante esistano categorie all’interno delle quali far ricadere un problema, l’analisi e gestione di un problema psicologico va oltre tutto questo. Potremmo vedere la diagnosi come il sunto del problema e della sintomatologia sviluppata dalla persona, la psicoterapia come il collante di tutte queste parti grazie alla quale si può crea una specifica sinfonia.

Vediamo di lato alcune delle problematiche quotidianamente prese in carico nei miei percorsi di psicoterapia.

Disturbi dell'umore

All’interno dei disturbi dell’umore il paziente vive una importante alterazione del tono dell’umore. Esistono chiaramente specifici criteri affinché si possa parlare di disturbi dell’umore. Tra essi individuiamo, duratura nel tempo, che interferisca sulle normali funzioni sociali e lavorative della persona. Può essere previsto un trattamento farmacologico o no in presenza di uno dei differenti disturbi dell’umore. Sarà cura dello specialista ad avvio piano terapeutico, la focalizzazione su una presa in carico che comprenda anche l’aspetto farmacologico.

Disturbo Bipolare

Il disturbo bipolare si identifica per l’alternanza di stati d’umore opposti (depressione e mania) nel corso del tempo e della vita dell’individuo.
Vengono individuate specifiche diagnosi del disturbo bipolare che sono: il disturbo bipolare di tipo I, il disturbo bipolare di tipo II, la ciclotimia e il disturbo bipolare indotto da sostanze.

  • Per la diagnosi di disturbo bipolare di tipo I è sufficiente la presenza di almeno un episodio maniacale;
  • Il DSM-5 definisce per il disturbo bipolare di tipo II almeno un episodio di depressione maggiore (recente o passato) e almeno un episodio ipomaniacale (recente o passato). La durate del disturbo depressivo maggiore deve essere di almeno due settimane mentre l’episodio ipomaniacale almeno 4 giorni. La presenza di un solo episodio maniacale dirige la diagnosi verso il tipo I;
  • Il disturbo Ciclotimico è caratterizzato da frequenti alterazioni del tono dell’umore (per almeno due anni) che però non raggiungano l’intensità dei sintomi del disturbo bipolare II. Non devono essere soddisfati i criteri per l’episodio depressivo, maniacale o ipomaniacale.
Disturbi d'ansia

L’ansia possiamo individuarla in uno stato di agitazione psichica e di insicurezza, non per forza legato a un oggetto preciso. Periodi prolungati di ansia portano inevitabilmente il corpo a scaricarsi, come se consumasse più del previsto. In questo quadro può insorgere un quadro con sintomi depressivi, maggiore chiusura in se stessi e connessa svalutazione di sé stessi.

Possiamo individuare differenti sotto categorie dell’ansia.

Ansia Generalizzata: stato permanente di ansia e preoccupazioni eccessive, della durata di almeno sei mesi. Il vissuto è di enorme inquietudine e ha delle conseguenze sulla vita quotidiana andando a toccare tutte le aree. Stanchezza, tensioni muscolari, dolori, mal di testa e/o mal di pancia, agitazione, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, malumore sono i principali sintomi che si rilevano in essa.

Attacchi di panico: emerge una paura improvvisa, e si scatenano conseguentemente sensazioni di morte e imminenti catastrofi. Nonostante la durata sia variabile da persona a persona, l’attacco di panico ha un picco per poi andare a ridursi. In alcuni casi il picco può perdurare maggiormente lasciano al suo termine una sensazione di vero sfinimento.
L’attacco di panico può generare la paura dello stesso attacco di panico, portando la persona ad un circolo ansioso.

Fobie: è una paura irrazionale, intensa e specifica verso un oggetto o una situazione particolare. La paura può interessare luoghi chiusi, folla, animali oggetti, cibo.

Fobia Sociale

La fobia sociale, di prassi chiamata anche ansia sociale, possiamo identificarla come un disturbo caratterizzato da paura molto intensa che riguarda una o più situazioni sociali ben definite.

Chi soffre di fobia sociale sperimenta reazioni emotive intense collegate ad specifici contesti sociali. Un elemento che emerge in modo significativo è la costante paura di essere giudicato in modo negativo.

Focalizziamo nel parlare in pubblico il prototipo della situazione ansiogena.

Fobia Specifica

Definiamo la fobia come una paura marcata e sproporzionata nei confronti di un elemento specifico. Viene letta come irrazionale se paragonata alle paure comuni.

Vi è una costante rispetto ai sintomi che emergono dalla fobia. Variano invece da persona a persona gli stimoli fobici.
Vediamo una suddivisione delle fobie sulla base dello stimolo fobico:

  • Animale (ad esempio, ragni, insetti, cani);
  • Ambiente naturale (ad esempio, altezze, temporali, acqua);
  • Sangue-iniezioni-ferite (ad esempio, aghi, procedure mediche invasive);
  • Situazionale (ad esempio, aeroplani, ascensori, luoghi chiusi);
  • Altri differenti stimoli non attinenti alle categorie di sopra descritte.
Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)

Come il termine indica individuiamo in questo disturbo la presenza di ossessioni e compulsioni o sole ossessioni, tali per cui l’investimento durante la giornata interferisce in modo significativo con le attività quotidiane.

Quando parliamo di ossessioni intendiamo idee, pensieri, impulsi o immagini che insorgono improvvisamente nella mente. Quando parliamo di compulsioni ci stiamo riferendo ad azioni “mentali e/o comportamentali”, che si generano come risposta alle ossessioni. Il perché della loro esistenza è legato ad un tentativo di risoluzione dei pensieri ossessivi. Questo in effetti viene raggiunto ma solamente temporaneamente.

Il disturbo ossessivo compulsivo diventa veramente invalidante quando si presenta con alte intensità. La mente viene percepita fuori dal proprio controllo, e infatti diviene fondamentale lavorare in psicoterapia su questo aspetto: il controllo illusorio che si ha sui processi mentali.

La persona percepisce la propria mente come un qualcosa di estraneo, che funziona in una modalità totalmente nuova. Può emergere la difficoltà a condividere determinati pensieri perché ce ne si vergogna, si ha paura che aumentino e il problema possa diventare ancora più grande, si ha paura di sentire che realmente quel pensiero sia un pensiero sbagliato e possa arrivare un parere da un professionista non positivo.

Tricotillomania

Questa problematica comporta il tirare o strappare ripetutamente i capelli, le sopracciglia, e/o le palpebre, ma possono essere tirati tutti i peli del corpo.
Alcune persone compiono questa attività in automatico mentre altri ne sono pienamente consapevoli. La sensazione di tensione o ansia che si genera in queste persone viene appunto alleviata attraverso il tirare i capelli, per poi andare a seguire una sensazione di appagamento.

Cleptomania

Questo disturbo consiste nel comportamento di rubare compulsivamente senza la necessità personale di farlo. La causa nel rubare non è quindi legata a una mancanza di consapevolezza morale, bensì a causa di un disturbo mentale.

Vediamo le caratteristiche cliniche della Cleptomania e definiamone i criteri identificati nel DSM V:
A. Ricorrente incapacità di resistere agli impulsi di rubare oggetti che non sono necessari per un uso personale o per un valore economico;
B. Aumento della tensione immediatamente prima di commettere l’atto;
C. Piacere, gratificazione o sollievo nel commettere l’atto;
D. Il rubare non è commesso come espressione di rabbia o vendetta e non è in risposta ad allucinazioni;
E. Il rubare non è meglio spiegato da Disturbo della Condotta, episodio maniacale o Disturbo di personalità antisociale.

Anoressia nervosa

L’Anoressia Nervosa viene identificata come un Disturbo dell’Alimentazione e viene a essere caratterizzata, secondo i criteri del DSM-V, dai seguenti criteri:

  • Restrizione dell’apporto energetico relativo al bisogno, che induce un significativo basso peso relativamente all’età, sesso, evoluzione dello sviluppo e salute fisica. Un significativo basso peso è definito come un peso minore del minimo normale o, per i bambini e gli adolescenti, minore del minimo atteso;
  • Intensa paura di aumentare di peso o d’ingrassare, o comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, nonostante un peso significativamente basso;
  • Anomalia nel modo in cui è percepito il peso e la forma del proprio corpo; inappropriata influenza del peso e della forma del corpo sulla propria autostima, o persistente perdita della capacità di valutare la gravità della attuale perdita di peso.

Si distinguono due sottotipi:

  • Con Restrizioni durante gli ultimi tre mesi;
  • Con Abbuffate/Condotte di eliminazione durante gli ultimi tre mesi.
Bulimia nervosa

La bulimia nervosa è disturbo del alimentazione caratterizzato da abbuffate, condotte di eliminazione e preoccupazione per il peso e le forme del corpo. È caratterizzato dall’ingestione di eccessive quantità di cibo in un discreto lasso di tempo con perdita del controllo (abbuffate) seguito da tentativi di evitare l’aumento di peso eliminando ciò che è stato ingerito (condotte di compenso) e dall’eccessiva preoccupazione per il peso e le forme del corpo.

Questo disturbo compare per la prima volta nel DSM-III-R nel 1987. Nell’ultima versione “DSM V” sono stati aggiornati alcuni criteri.

L’anoressia è caratterizzata da un peso al di sotto della norma. Notiamo invece che nella bulimia nervosa i pazienti possono essere in sottopeso, normo-peso e sovrappeso.

Binge eating

Possiamo nominare questo disturbo binge eating anche “disturbo da alimentazione incontrollata“. Come indicato nel DSM V vi sono ricorrenti episodi di abbuffata, che devono verificarsi almeno una volta a settimana per 3 mesi.

La gravità di questo disturbo viene valutata in base alla frequenza degli episodi di abbuffata:

  • lieve se sono presenti 1-3 episodi di abbuffata a settimana;
  • moderata se sono presenti da 4 a 7 episodi di abbuffata a settimana;
  • grave se sono presenti da 8 a 13 episodi di abbuffata a settimana;
  • estrema se sono presenti 14 o più episodi di abbuffata a settimana.
Disturbi di Personalità

Il fondersi di componenti ereditarie con aspetti ambientali darà avvio fin dall’infanzia sino alla prima età adulta a quella che sarà la personalità di una persona. Il DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) ha individuato 10 disturbi di personalità organizzati in 3 cluster (insiemi), sulla base del pensiero distorto, risposte emotive problematiche, eccessiva o ridotta regolazione degli impulsi, difficoltà interpersonali.

1. I disturbi di personalità del Cluster A sono:

  • Disturbo Paranoide di Personalità;
  • Disturbo Schizoide di Personalità;
  • Disturbo Schizotipico di Personalità.

Emerge in questi disturbi un significativo disagio negli ambiti sociali, ritiro sociale e pensiero distorto.

2. I disturbi di personalità del Cluster B sono:

  • Disturbo Borderline di Personalità;
  • Disturbo Narcisistico di Personalità;
  • Disturbo Istrionico di Personalità;
  • Disturbo Antisociale di Personalità.

In questo gruppo di disturbi emerge come principale difficoltà il controllo degli impulsi e nella regolazione emotiva.

3. I disturbi di personalità del Cluster C sono:

  • Disturbo Evitante di Personalità;
  • Disturbo Dipendente di Personalità;
  • Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità.

Gli elementi psicologici che contraddistinguono questi disturbi di personalità possono essere rintracciati in alti livelli di ansia, inibizione sociale, sentimenti d’inadeguatezza e un’ipersensibilità alle valutazioni negative.

Disturbi da dipendenza

La dipendenza ormai è diventata più circoscritta non più a una sostanza bensì a molteplici sostanze, oppure associata a forme comportamentali di dipendenza come il gioco d’azzardo, il gioco on-line patologico, la dipendenza da cibo.
Il DSM 5 pone le seguenti condizioni per la diagnosi di un Disturbo da Uso di Sostanze:
1. Tolleranza;
2. Astinenza;
3. Interruzione o riduzione delle attività sociali, lavorative o ricreative;
4. Tentativi infruttuosi di ridurre e controllare l’uso;
5. Dispendio di tempo;
6. Perdita di controllo sull’uso;
7. Uso continuativo nonostante la consapevolezza che la droga rappresenti un problema;
8. Uso ricorrente con incapacità ad adempiere i propri compiti;
9. Uso in situazioni a rischio;
10. Uso ricorrente nonostante ciò determini problemi sociali o interpersonali;
11. Craving.

Disturbi Sessuali

Una Disfunzione Sessuale è caratterizzata da un’anomalia del processo che sottende il ciclo di risposta sessuale, o da dolore associato al rapporto sessuale. Il ciclo di risposta sessuale normale può essere diviso nelle seguenti fasi:
1. Desiderio. fantasie sull’attività sessuale e nel desiderio di praticare attività sessuale;
2. Eccitazione. sensazione soggettiva di piacere sessuale e nelle concomitanti modificazioni fisiologiche;
3. Orgasmo. Questa fase consiste in un picco di piacere sessuale, con allentamento della tensione sessuale e contrazioni ritmiche dei muscoli perineali e degli organi riproduttivi;
4. Risoluzione. Questa fase consiste in una sensazione di rilassamento muscolare e di benessere generale.

Ognuna di queste fase può generare delle problematiche sia nell’uomo che nella donna.

Autostima

Non è sicuramente un disturbo diagnosticato, ma certamente è una tematica ben presente all’interno di differenti percorsi psicoterapeutici.

Possiamo focalizzare l’autostima come il pilastro portante di una persona, sulla base di quella si andranno a costruire differenti aree di vita.

Disturbi in età evolutiva

Come ogni adulto anche per un bambino o adolescente esiste il bisogno di parlare, confrontarsi, capire, fare domande, avere un proprio spazio personalizzato dove esprimere sé stesso.

È fondamentale avere questo approccio concedendo questa possibilità a un bambino/ragazzo. Tanti adulti “poi” riferiscono quali sarebbero stati i benefici se solo in età evolutiva o da ragazzi avessero avuto modo di andare da uno psicoterapeuta.

Disturbo Ossessivo Compulsivo in età evolutiva

La frequenza del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) compare più frequentemente tra i 6 e i 15 anni nei maschi e tra i 20 e i 29 nelle donne. Ugualmente come in età adulta, questo disturbo mostra pensieri ricorrenti e/o comportamenti ripetitivi. La conseguenza di questo funzionamento genera un livello significativo di stress significativo.

Le ossessioni sono pensieri, immagini persistenti, idee, impulsi (es. aggressivi o sessuali), percepiti come intrusivi.

Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi o atti mentali messi in atto per evitare quel pensiero vissuto come minaccioso.

Disturbi specifici dell'apprendimento

Con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) vediamo interessati in modo disfunzionale in processi di base dell’apprendimento ed una conseguente compromissione del successo scolastico e la globale esperienza nei luoghi dell’apprendimento. Le difficoltà perciò che emergono riguardano una (o più) delle funzioni di lettura, scrittura e calcolo. È importantissimo evidenziare, anche per chi entrasse per la prima volta in questo ambito clinico che non vi sono caratteristiche fisiche o mentali sotto la norma. L’intelligenza della persona è perciò nella media.

Tali compromissioni possono manifestarsi con differenti gradi di gravità:

  • lieve;
  • moderata;
  • grave.
Disturbo Oppositivo Provocatorio

La diagnosi di Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) viene effettuata a bambini che esibiscono livelli di rabbia persistente ed evolutivamente inappropriata, irritabilità, comportamenti provocatori ed oppositività.

Questi comportamenti altamente disfunzionali generano a cascata problemi nell’adattamento e nella funzionalità sociale.

Sintomi del Disturbo Oppositivo Provocatorio

A. Una modalità di comportamento negativistico, ostile e provocatorio che dura da almeno 6 mesi, durante i quali sono stati presenti 4 (o più) dei seguenti criteri:
1.a) spesso va in collera;
2.a) spesso litiga con gli adulti;
3.a) spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare le richieste o regole degli adulti;
4.a) spesso irrita deliberatamente le persone;spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio cattivo comportamento;
5.a) è spesso suscettibile o facilmente irritato dagli altri;
6.a) è spesso arrabbiato e rancoroso;
7 .a) è spesso dispettoso e vendicativo.

B. L’anomalia del comportamento causa compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo.

C. I comportamenti non si manifestano esclusivamente durante il decorso di un Disturbo Psicotico o di un Disturbo dell’Umore.

D. Non sono soddisfatti i criteri per il disturbo della condotta e, se il soggetto ha 18 anni o più, non risultano soddisfatti i criteri per il Disturbo Antisociale di Personalità.

Fobia scolare

Importantissimo dire che fobia scolare non significa assenza ingiustificata da scuola.

Il livello di ansia e di paura ad andare e restare a scuola sono tali da compromettere una regolare frequenza scolastica.

Le conseguenze di questo disturbo vanno ad interessare lo sviluppo emotivo, sociale, le acquisizioni scolastiche, difficoltà nei rapporti con la famiglia.

Disturbo dell'attaccamento

Nel disturbo dell’attaccamento appare un modello disfunzionale dell’attaccamento e può avere differenti manifestazioni.

Vi sono importanti ripercussioni di questo disturbo nell’età adulta. Diventa fondamentale per questo motivo poter identificare quanto prima questo disturbo affinché vi sia un preservarsi di future ripercussioni.